Sai cos’è il piede piatto?
Al contrario di quello che comunemente si pensa in giro, non è necessariamente una malformazione del piede, ma è una condizione fisiologica che può anche essere totalmente asintomatica.
A volte però, e il poco sviluppo dell’arco plantare causa dei veri e propri difetti di postura e della camminata, che a loro volta creano dolori, pesantezza, gonfiori e addirittura costanti crampi al paziente.
Leggi questa pagina per scoprire cosa s’intende in Medicina per piede piatto, come si diagnostica e quello che si può fare per trattarlo, se la condizione lo richiede.
Che cos’è l’arco plantare?
Nel piede umano, l’arco plantare è quella parte della pianta che si stacca dal suolo, di fatto non toccandolo mai durante il meccanismo del passo.
L’arco plantare è sollevato dal terreno per ottimi motivi funzionali, poiché:
- Stabilizza la postura;
- Ammortizza il peso del corpo;
- Assorbe gli urti e le sollecitazioni del passo e della corsa;
- Dona maggiore equilibrio al piede;
- È resistente ma flessibile, e si adatta dunque al terreno
La presenza dell’arco plantare molto sviluppato, assieme al tendine arcuato e al tendine d’Achille, caratterizza l’uomo dalle altre grandi scimmie, rendendolo molto più efficiente nella corsa e molto meno sensibile all’affaticamento.
L’altezza dell’arcata plantare varia da persona a persona, e non vi è una misura standard di riferimento, ma si considera ben formata e sviluppata quando risulta proporzionata al piede.
Dunque non eccessivamente ‘bassa’, ma neppure troppo arcuata.
Cos’è il piede piatto?
In Medicina, si parla di piede piatto (o piattismo plantare) quando si presenta un arco plantare sottosviluppato, col punto di massima arcata molto più basso rispetto al normale oppure totalmente assente.
Questa condizione non è necessariamente una patologia, ma è per l’appunto una condizione fisica, che può anche non dare nessun tipo di problema al paziente.
Il famoso atleta etiope Abebe Bikila, storico vincitore (a piedi nudi) della maratona olimpica di Roma del 1960, era ad esempio affetto da piattismo plantare, ma ciò non gli ha comunque impedito di vincere due ori olimpici nella disciplina più massacrante dell’atletica.
Questo per dire che il piede piatto non è necessariamente un difetto patologico, e che anzi, nella maggioranza delle persone che ne sono portatrici, la condizione non è sintomatica (e spesso, neppure conosciuta).
Da cosa è causato il piede piatto?
lo storico atleta etiope abebe bikila era affetto da piattismo plantare asintomatico
La condizione del piede piatto è in larga misura congenita ed ereditaria.
Va tuttavia specificato, più che altro per tranquillizzare i genitori dei bambini, che la volta plantare si forma nei primi anni di vita: tutti i piccini, grossomodo fino all’età di 7-8 anni d'età (ma a volte, anche fino alla pre-adolescenza), sono affetti da piattismo plantare.
Quindi la valutazione di piede piatto è possibile solo dopo l’età della prima infanzia, quando il piede comincia a modificarsi, nella crescita, prendendo la conformazione arcuata definitiva.
Oltre alla condizione congenita, come detto poco in alto a maggior percentuale statistica, il piattismo plantare può essere anche una condizione acquisita durante la vita.
In questo caso, si parla di ‘piattismo adattivo’, cioè un abbassamento della normale volta plantare per una serie di fattori esterni scatenanti, quali:
- Il sovrappeso marcato o la condizione di obesità ;
- Dei traumi al piede o alla gamba;
- Un erroneo sviluppo del piede in fase uterina;
- Il diabete e la malformazione del piede di Charcot;
- Il naturale invecchiamento;
- Alcuni lavori in cui si è costretti a lunghi periodi in piedi (ad esempio, parrucchieri o camerieri);
- Dei difetti posturali mai corretti;
- L’artrosi del piede;
- Alcune patologie del tessuto connettivo o neurologiche (come ad esempio la distrofia muscolare, ma anche la spina bifida);
- Lo stato di gravidanza, per via del momentaneo aumento localizzato di peso
Tutte queste cause esterne possono influenzare l’adattamento dell’arco plantare, e dunque abbassarlo o comunque ridurlo significativamente, dando quindi origine al piattismo plantare adattivo.
Il grande Abebe Bikila, storico atleta etiope vincitore della maratona di Roma nel 1960, passò alla storia per aver percorso i 42 km e 195 m del percorso totalmente a piedi nudi.
La curiosità è che Bikila era affetto da un incidente piattismo plantare, che però era totalmente asintomatico, e dunque non gli ha mai creato particolari problemi durante la sua attività agonistica professionale.
L'etiope inizialmente non aveva previsto di correre la maratona romana scalzo: le scarpe che lo sponsor gli aveva fornito, però, risultarono subito inadatte al suo piede, provocandogli dolorose vesciche.
Bikila non si perse d'animo, e così decise di correre tutta la gara a piedi nudi, vincendola con merito dopo lo strepitoso tempo di 2h 15' 16".
Quali sono i sintomi del piede piatto?
differenza di linea di forza tra piede piatto e piede normale
Il piede piatto non è una condizione necessariamente sintomatica, anzi: la maggior parte dei pazienti che ne è affetta, non riporta alcun tipo di problema.
Si parla di piede piatto sintomatico esclusivamente se la condizione di piattismo crea un’iperpronazione del piede, con una dolenzia nella camminata o nella postura, che sua volta può avere ripercussioni su tutta la stabilità della struttura scheletrica, dando specifiche condizioni sintomatologiche.
Tra i sintomi tipici di tale condizione possono rientrare:
- Dolore alla pianta del piede, specie dopo lunghe camminate;
- Dolore alle ginocchia e alle anche;
- Gonfiore delle caviglie;
- Dolore ai muscoli del polpaccio;
- Crampi muscolari dopo camminate molto lunghe;
- Impossibilità di camminare per lunghi periodi senza frequenti pause
Tutti questi sintomi sono causati, nel piede piatto sintomatico, dalla riduzione dell’arco plantare, che a sua volta causa un’iperpronazione del piede durante la fase d’appoggio.
L’iperpronazione tende a far ruotare eccessivamente il piede verso l’interno, spostando quindi la naturale linea di forza della gamba (idealmente, retta), curvandola innaturalmente, con conseguenze aggravio sul malleolo mediale.
Questa iper-pressione destabilizza il piede e il meccanismo del passo, riduce significativamente la potenza muscolare della gamba e modifica a sua volta la condizione di ginocchio ed anca, dando la sintomatologia dolorosa tipica del piattismo plantare.
Quando c’è bisogno di rivolgersi al Medico per diagnosticare e trattare il piede piatto?
i piedi dei bambini sono natrualmente piatti fino alla prima infanzia
La condizione di piede piatto, come detto, necessita di correzioni (sia plantari e chirurgiche) esclusivamente quando è sintomatica.
Il Medico idoneo per la diagnosi e l’eventuale terapia è il Medico Posturologo, che può essere un Medico Ortopedico, un Medico Fisiatra o comunque un altro Medico specialista con perfezionamento in Posturologia.
Va ricordato che i bambini, indicativamente fino a circa 7-8 anni d'età , hanno naturalmente l’arco del piede poco sviluppato: esso comincerà a manifestarsi col tempo, durante la crescita, e a volte questa situazione è mantenuta fino alla pre-adolescenza.
Il paziente con presunto piattismo plantare dovrebbe essere ascoltato anche se piccino: è difatti proprio il bambino stesso che, per primo, si accorge dell’eventuale dolore o affaticamento durante la corsa o il gioco, e di questo spesso avverte i genitori.
In questo caso, oppure quando il genitore stesso si accorge di movimenti non proprio fluidi e di difficoltà del bambino a camminare per lunghi periodi senza continue pause, il ricorso alla visita medica è necessario.
Nell’adulto, in cui la situazione ossea del piede si è invece già consolidata, il ricorso alla visita specialistica si rende necessario quando, spesso già diagnosticato in precedenza, il piede piatto è sintomatico, e causa dolori e problemi non solo alle gambe, ma alla postura in generale (con problemi muscolo-scheletrici spesso anche di rilievo).
Come si diagnostica il piede piatto?
piede piatto iperpronato (a sinistra) e piede normale (a destra)
Per la diagnosi del piede piatto è sufficiente una visita specialistica ortopedica o posturologica, effettuata da un Medico Ortopedico, un Fisiatra o comunque un Medico Posturologo.
Già durante la visita clinica, il Medico esperto nota il disallineamento della linea di forza della caviglia con il piede, e il relativo iposviluppo dell’arco plantare.
La conferma clinica è data comunque dagli esami strumentali per immagini: una radiografia del piede sotto carico, una TAC osteoarticolare oppure una Risonanza Magnetica del tarso.
Tutti esami utili al Medico per stabilire se, oltre al poco sviluppo dell’arco plantare, vi è anche una generazione o comunque infiammazione del tendine tibiale posteriore.
Come si può trattare il piede piatto?
l'esame baropodometrico è indispensabile per stabilire il corretto appoggio plantare
Il trattamento per il piattismo plantare dipende esclusivamente dalla sua sintomatologia, nonché lo stadio di gravità della pronazione del piede.
Ancora, il trattamento è differente nel caso di bambini ancora piccoli oppure di adulti.
Piedi piatti asintomatici non necessitano di alcun trattamento: la condizione, come detto in precedenza, non è necessariamente patologica, e può anche non dare problemi per tutta la vita, non impedendo al paziente né le normali attività quotidiane e neppure gli sport.
Il piede piatto invece sintomatico è trattato col ricorso alla correzione plantare, alla fisioterapia oppure, in alcuni casi, alla Chirurgia.
Nel bambino, in cui le ossa del piede sono ancora in formazione, il piede piatto può essere corretto con il trattamento conservativo oppure chirurgico.
L’indicazione per l’uno o l’altro trattamento è data dal Medico, dopo aver analizzato la condizione del bambino ed aver stabilito (anche con l’ausilio dell’esame baropodometrico) il giusto percorso correttivo.
La terapia conservativa del bambino prevede l’uso di plantari correttivi anatomici, speciali esercizi di ginnastica e la fisioterapia.
Questo protocollo, se ben attuato, rafforza l’arco plantare, ne permette il maggior sviluppo e diminuisce il valgismo e l’iper-pronazione.
È un approccio molto valido ma, come tutte le terapie conservative, ha dei limiti.
Casi di piattismo pronunciato, di grado elevato, richiedono al bambino un intervento chirurgico.
Fortunatamente, l’ortopedia moderna pediatrica è molto più avanzata rispetto al passato, e l’intervento di correzione del piede piatto è ora davvero mini-invasivo.
Questo tipo di intervento, chiamato artrorisi o calcaneo stop viene effettuato in anestesia locale, tramite l’applicazione di una piccola vite endossea nel retropiede.
La vite, una volte osteointegrata, limita l’ipepronazione del piede e induce l’impalcatura ossea del piede, ancora in formazione nel bambino, a sviluppare l’arco plantare.
È un intervento essenzialmente indolore, rapido e che da risultati immediati, oltreché duraturo.
Datosi che la rimodulazione posturale viene eseguita sfruttando i tessuti ancora elastici del bambino, il calcaneo stop è una tecnica non idonea per gli adulti, dove la conformazione ossea è già stabilizzata.
Nell’adulto, l’approccio terapeutico è in primis conservativo, e viene effettuato mediante plantari correttivi.
Le moderne tecniche costruttive dei plantari anatomici ormai riescono a correggere con successo anche casi molto dolenti di piede piatto, permettendo comunque al paziente l’uso di comuni scarpe, non necessariamente ortopediche.
La fisioterapia è anch’essa associata alla correzione plantare, con specifici esercizi volti a rafforzare la muscolatura della gamba e provvedere spesso al necessario stretching tendineo.
Casi più gravi di piattismo, in cui il paziente lamenta grandi dolori non solo a piedi e gambe ma anche all’anca e alla schiena (a volte, davvero invalidanti) richiedono l’accesso chirurgico.
Nella Chirurgia del piede piatto nell’adulto, il protocollo preferito - ove possibile - è quello meno invasivo dell’osteotomia del calcagno, che prevede la necessaria plastica articolare.
Un intervento ora molto meno cruento ed invasivo rispetto al passato, che richiede tempi di recupero più ridotti.
L’intervento radicale di blocco totale dell’articolazione dell’astragalo (l’osso che si unisce al calcagno e che mette in connessione il piede con tibia e perone) è riservato solo ai casi davvero gravi, in cui non è possibile intervenire altrimenti.
Il bambino mantiene un arco plantare essenzialmente piatto sino ai 7-8 anni d'età circa, ma spesso tale condizione si prolunga fino alla pre-adolescenza.
Non si tratta necessariamente di un problema che potrà sviluppare un piede piatto: quasi tutte queste condizioni si risolvono poi spontaneamente, con la formazione della giusta arcata plantare.
Tuttavia, è compito del genitore ascoltare il bambino, il suo eventuale dolore anomalo durante corsa o giochi e i suoi movimenti: nel caso di inizio di piede piatto sintomatico, essi possono essere poco fluidi, portando anche un disturbo della regolare camminata.
In tal caso, la visita medica ortopedica è sempre consigliata.
Ma il piede piatto è così pericoloso?
Generalmente, no: è una condizione abbastanza diffusa nella popolazione mondiale, che per larga parte non crea problemi.
Molti genitori iper-ansiosi sono spesso molto spaventati da questa condizione nel bambino, non sapendo che essa è, in buona misura, provvisoria e tipica dell’età dello sviluppo.
Tuttavia, anche nei casi di piattismo congenito e manifesto, ormai la chirurgia ortopedica pediatrica riesce a risolvere praticamente ogni problema, per mezzo della mini-invasiva tecnica di calcaneo stop.
In altri casi, una buona riabilitazione e la giusta fisioterapia possono addirittura evitare l’accesso chirurgico del bambino, permettendo il buono sviluppo dell’arco plantare.
Nell’adulto, la tecnica di realizzazione dei plantari permette di ottenere ottimi risultati di stabilizzazione e riduzione del dolore, senza necessariamente ricorrere all’invasivo intervento chirurgico.
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- l'estensione dell'arco plantare varia da soggetto a soggetto, ma nei pazienti normoconformati si mantiente sempre proporzionata al piede;
- si parla di piede piatto quando la formazione dell'arco plantare è scarsa o addirittura assente;
- il piede piatto non è una patologia in sé, ma una condizione fisiologica;
- nella maggior parte della popolazione che ne è affetta, il piede piatto è totalmente asintomatico;
- il piede piatto può essere congenito, quindi ereditario, oppure scatenato dagli stili di vita, ad esempio la condizione di obesità o sovrappeso;
- il piede piatto va trattato esclusivamente quando è una condizione sintomatica, che da problemi alla postura o alla camminata, e crea dolori e fastidi al paziente;
- nel bambino, la terapia per il piede piatto sintomatico può essere conservativa o chirurgica, per mezzo di un piccolo intervento di stabilizzazione del calcagno;
- nell'adulto, il piede piatto è spesso trattato con la giusta correzione plantare, e solo nei casi gravi vi è l'accesso chirurgico
Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dai Medici e dai Podologi dello studio Piede Sano il giorno:
venerdì 19 gennaio, 2024
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